I 2/3 dell’impatto della moda sull’ambiente avviene nella fase di utilizzo delle materie prime, prima ancora, cioè, che i vestiti vengano realizzati. La selezione delle fibre influisce anche su come lavare il capo e sulla sua possibilità di riciclarlo un giorno, entrambi fattori importanti da considerare quando si tratta di impatto ambientale. Conoscere le caratteristiche dei vari materiali ci permette di poter valutare consapevolmente di volta in volta il nostro acquisto.
Di seguito riporto le fibre più sostenibili in assoluto, tenendo conto del consumo di acqua, di energia, uso del suolo, eco-tossicità, emissioni di gas serra, tossicità umana.
La canapa
La canapa è una fibra naturale ecologica estratta dall’omonima pianta. E’ il tessuto naturale più ecosostenibile in commercio. La pianta cresce in modo spontaneo e non necessita di particolari attenzioni, con conseguente notevole risparmio di acqua. Il basso impatto ambientale è dovuto anche al mancato utilizzo di pesticidi. Inoltre, tutta la filiera di produzione della canapa, dall’estrazione, alla filatura, fino all’intreccio del tessuto, non richiede l’utilizzo di sostanze nocive per l’ambiente. Quindi TOP!
Il lino
Molto simile alla canapa per caratteristiche, il lino è una fibra naturale ecologica estratta dall’omonima pianta. Anche la sua lavorazione ha un impatto ambientale molto basso.
La juta
La juta, sin dai tempi antichi, era famosa per le svariate possibilità di utilizzo. L’estrazione della juta può avvenire da oltre 1500 tipi di piante Malvacee che crescono in modo spontaneo senza bisogno dell’intervento dell’uomo. Insieme a Canapa e Lino è uno dei tessuti più ecosostenibili in commercio, anche grazie alla lavorazione meccanica di filatura.
Il cotone biologico
Il cotone è la fibra più utilizzata al mondo, ma le coltivazioni intensive di questa pianta stanno distruggendo l’intero ecosistema. Inoltre, gli agricoltori si ammalano e muoiono a causa di pesticidi e diserbanti. Ciò si ripercuote anche sulle falde acquifere che vengono prosciugate o inquinate, con conseguenze gravi anche nel mondo animale. Il discorso cambia completamente nel caso della coltivazione del cotone biologico che resta una forma di agricoltura pulita, ecologica, e socialmente etica. Quando un cotone è certificato BIO significa che la lavorazione, fino al prodotto finito e commercializzato, è a basso impatto ambientale. Perchè? Non vengono utilizzate sementi geneticamente modificate, non si utilizzano pesticidi e viene rispettata la naturale rotazione delle colture.
La lana biologica
Anche la lana biologica è un tessuto a basso impatto ambientale. Rispetta gli animali prevedendo l’utilizzo di cibo biologico, oltre ai pascoli al posto di allevamenti intensivi e non ammette nessuna sostanza tossica nella filiera di produzione.
Infine, tra le fibre ecosostenibili naturali, c’è anche la Ramia che cresce in modo naturale senza bisogno dell’intervento umano. L’estrazione delle fibre tessili è per lo più meccanica e non necessita di sostanze chimico tossiche.
Dopo essere venuti a conoscenza di queste fibre è facile rendersi conto di quanto poco siano alla nostra portata e, quindi, quanto sia difficile indossarle. Questo ci porta spesso a ripiegare su altre soluzioni.
Conoscerle però ci permette di cercarle e, quando ci è possibile, di sceglierle. Nel frattempo…per dirla come Vivienne Westwood: “Let’s buy less, choose well and make it last !”.
Pensiamo che la moda in Italia, come nel resto del mondo, debba necessariamente muoversi verso una svolta green, fatta di fibre naturali, tessuti certificati ed una filiera produttiva rispettosa dell ambiente e della salute dei lavoratori.
Assolutamente d’accordo! grazie del commento;)
Hai visto il nuovo video sulla sostenibilità? Lo puoi trovare sul nostro canale Youtube @Chihuahuaattitude, oppure sul nostro profilo IG nelle IGTV. Grazie, a presto, ciaooooo