A Milano, l’abbiamo detto tante volte, i negozi vintage fortunatamente non mancano, ce n’è per tutti i gusti, gli stili, le epoche e i portafogli. Insomma, per chi adora il vintage come me, è una pacchia! Alcuni di questi negozi sono già stranoti al grande pubblico, altri invece – quelli di cui vorremmo occuparci noi – per svariati motivi sono meno esposti, ma non per questo poco interessanti o meno pregiati, tutt’altro!
Ho conosciuto DelphineVintage in occasione del Next Vintage presso il castello di Belgioioso lo scorso mese di ottobre.
Osservando lo stand, sono stata rapita dalla particolarità degli abiti, dalla cura della ricerca e dall’elevata qualità della selezione proposta…così, prima che la mia mente potesse formulare una frase di cortesia per introdurmi e spiegare il mio progetto, ero già in piedi, di fronte a Nicoletta, occhi spalancati e cuore a mille…sì perchè quando vedo le cose belle belle, io mi emoziono (ancora).
Nicoletta Canu è la titolare e ideatrice dello shop, è stata una volta vincitrice della categoria “best costum design” per una serie web, fornisce spesso abiti per set tv, web, cinematografici e il suo archivio è fonte di ricerca e ispirazione per diverse case di moda.
Qualche tempo dopo il nostro primo incontro, ci siamo riviste per un caffè ed una breve intervista. Anche in quell’occasione non ho potuto non notare il meraviglioso abito in lana e velluto che indossava: – “un Yves Saint Laurent, Rive Gauche, fine anni 70, collezione russa” – ha precisato lei quando le ho confessato la mia adorazione. Me lo sarei comprato al volo!
Sorseggiando quel caffè, abbiamo avuto modo di riflettere insieme sul fatto che tempo, qualità e sostenibilità siano 3 fattori assolutamente connessi. Mi ha raccontato di quando, domandando ad un produttore di tessuti come mai la seta di oggi fosse di qualità inferiore rispetto al passato, la risposta che ha ricevuto è stata “il tempo”…perchè i telai erano più lenti e le sete riposavano prima di essere vendute.
Riposo…sembra una parola del passato, sembra qualcosa di anacronistico…e anzi lo è, perchè non c’è più, è proprio la fase mancante. Ma è giusto vivere con questa assenza?
Di seguito vi lascio il resto della nostra conversazione.
Nicoletta, come è nata la tua attività e perchè questo nome?
Ho aperto il negozio nel 2001 con una socia, in uno spazio di 17 mq sempre nel quartiere Isola, qui a Milano. Dopo otto anni di collaborazione, ho sentito la necessità di proseguire da sola. Ho sempre collezionato capi d’epoca e aprire un negozio è stata la naturale conseguenza.
Il nome Delphine è recente. Dopo la nascita di mio figlio, ho chiuso il negozio per circa un paio di anni e quando ho riaperto ho sentito l’esigenza di cambiarne il nome perché sostanzialmente ero cambiata io! Ho scelto Delphine perché l’ho sempre amato e mi fa pensare ad una donna un po’ misteriosa, velata, raffinata, romantica quel tanto che basta per scegliere di indossare un abito edoardiano e correre a piedi nudi nel bosco….è un po’ l’immaginario che accoglie i miei clienti quando entrano da Delphine!
Che valore ha per te il vintage?
Il vintage ha un enorme valore! Potermi occupare di capi così preziosi è sicuramente un privilegio.
Dietro ogni abito si cela una storia e alcuni capi conservano ancora la memoria di chi li ha indossati….è una magia infinita ed io mi prendo cura di tutte queste storie nascoste e a volte succedono cose sorprendenti! Inoltre credo ci sia un’intima connessione tra alcuni abiti e le donne che li scelgono! Occuparsi di abiti d’epoca significa avere a che fare con la conservazione della memoria e questo per me ha un grandissimo valore!
Chi sono i tuoi clienti tipo?
Nel corso degli anni la mia attività si è molto modificata e attualmente lavoro principalmente con aziende di moda, cinema e televisione. Le mie clienti sono comunque donne con uno stile molto personale che non seguono troppo seriamente la moda.
Da dove arrivano i tuoi abiti?
Faccio tantissima ricerca, il che mi porta ad essere spesso in viaggio. I capi arrivano da guardaroba personali, mercati, antiquari ecc…da diverse parti del mondo. Mi occupo personalmente della selezione, se un capo non mi piace, anche se griffato o di moda, non lo scelgo.
Quando è nata la tua passione per il vintage?
La mia passione per il vintage nasce da bambina. Sono cresciuta accanto ad una nonna speciale, abile ricamatrice e sarta fantastica oltre ad una mamma dal gusto impeccabile. Ricordo i pomeriggi invernali passati a guardare vecchi film di Hollywood o a sfogliare i tanti libri di fotografia, moda o arte che giravano per casa.
Se ti chiedessi di associare lo stile dei tuoi abiti ad una donna della storia passata o contemporanea, chi sceglieresti e perché.
Ho diverse icone di stile, ma se dovessi associare i miei abiti ad una donna direi Amelia Earhart, bella, coraggiosa, femminile, unica!
C’è un designer di moda che prediligi?
I miei designer preferiti sono Schiaparelli, Vionnet, Valentino.
Cosa consiglieresti ad una persona che non ha mai comprato vintage, ma che desidera avvicinarsi a questo mondo?
Consiglierei di partire acquistando un capo basic, una cosa semplice ma che può essere combinata con diversi altri capi già in guardaroba.
Su una scala da 1 a 10 (dove 1 è per nulla sostenibile e 10 è assolutamente sostenibile!) quanto è sostenibile il tuo guardaroba?
Direi 9. Biancheria e calze a parte, il mio guardaroba è second hand e vintage al 90%, ma non ho il guardaroba dei sogni che tante mie clienti immaginano. Gli abiti belli son tutti appesi in negozio!
Grazie!